Politecnico di Milano
In occasione di Marmomacc 2011 Massimiliano Caviasca é stato chiamato dal Politecnico di Milano a riflettere sul senso del costruire in pietra sperimentando l’uso di materiali lapidei considerati, nella normale commercializzazione, elementi di scarto, riqualificandone il loro valore attraverso l’azione progettuale.
Resti di lavorazioni, polveri e blocchi informi diventano elementi architettonici nobili ed elementi fondativi del progetto di architettura. Non ha più valore solamente la superficie ed i suoi cromatismi, ma la massa che è in grado di resistere a sforzi inaspettati dando grande forza espressiva e capacità strutturale. Le tre finestre archi-travate di pietra divengono il vero elemento portante delle due facciate che vengono costruite col senso del paramento, rivestimento pesante auto-portante. Un basamento di blocchi di pietra è sormontato da una facciata con citazioni classiche e rinascimentali che si appoggiano su di un moderno bugnato. Un recinto di blocchi definisce il limite invalicabile tra esterno ed interno, un monolite segna il suo punto d’osservazione preferenziale.